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Ecco un argomento che credo sia molto in auge in questo periodo. Una coppia di ragazzi decide finalmente di convolare a nozze per coronare il loro amore, la loro relazione. Inizia il vortice infinito dell’organizzazione del matrimonio. Ci si comincia a farsi una cultura di tutto quello che gira attorno a questo evento. C’è da scegliere la chiesa, la location, il catering, fiori e quant’altro… e non meno importante – anzi, forse la cosa più IMPORTANTE- bisogna scegliere un bravo fotografo che immortali il tutto! A questo punto, la domanda: Ma le foto? Come devono essere? Come vogliamo che siano? Spesso, l’unico parametro che si ha è l’album dei propri genitori… Foto statiche e posate per tutto l’intero album. Beh, sicuramente oggi l’attrezzatura e l’evoluzione estetica permettono a noi fotografi di ottenere risultati migliori (senza nulla togliere ai meravigliosi album dei nostri genitori! 🙂 )… Ma il dubbio di fondo rimane: FOTO IN POSA O FOTO DI REPORTAGE?

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Ormai, questa domanda è automatica nella mente dagli sposi, che sempre più spesso preferiscono pensare all’immancabile servizio fotografico come qualcosa di poco invadente e sicuramente non più forzato, come ancora poteva apparirci alcuni anni fa. Bisogna, a questo punto, fare qualche precisazione.

Le foto di posa continuano ad esistere e quando questo modello fotografico viene usato con criterio e preparazione, anche un album in questo stile potrà contenere immagini spettacolari e sicuramente ben fatte. C’è da dire che in questo caso, diversamente dal reportage,  gli sposi devono concedersi molto di più ad un fotografo che sarà più presente e propenso a suggerire in ogni momento cosa devono fare. E’ anche per questo che spesso i catering o gli invitati, avendo già avute esperienze precedenti con questo tipo di fotografi, sono “rassegnati” ( per usare un linguaggio politically correct) ad aspettare per ore il ritardo degli sposi, che sono magari in giro a scattare qualche foto in qualche angolo suggestivo della città, o chi sa dove… mentre amici e parenti soffrono il caldo e la fame (sperando che qualcuno gli dia almeno qualcosa da bere!) sotto il sole e l’afa estiva. E vi lascio immaginare in Sicilia!

Non scrivo questo articolo per mettere in cattiva luce il fotografo che predilige la posa o lo stile più patinato, ma credo che il risultato sia più statico e poco aderente alla realtà delle cose. Ci sono tanti bravissimi fotografi in questo senso a cui si possono rivolgere gli sposi che amano e desiderano questo genere di fotografia. Spesso anche molto pulita e attenta ai dettagli tecnici.

Tutto questo, però, come dicevo, va’ costruito a scapito del racconto della giornata. Il reportage di matrimonio, invece, punta piuttosto alla spontaneità, a cogliere l’anima vera di quella giornata, non badando a volte all’aspetto tecnico di uno scatto se il momento richiede una certa velocità di esecuzione per non perderselo… Quello che più importanta è la “Storia”, il racconto di quel giorno. Si deve scattare liberamente e senza ostacoli, lasciando fluire le emozioni e non manipolarle con indicazioni varie… A mio avviso il reportage trasporta meglio le emozioni e le situazioni nel tempo ed è per questo che lo preferisco a quello posato. Ed è pure per questo che utilizzo una post-produzione sulle foto molto delicata senza calcare troppo la mano con i programmi di editing. Preferisco mantenere l’atmosfera e i colori di quei momenti. Ma di questo aspetto che segue la fase degli scatti magari ne scriverò in un altro articolo.

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Qualcuno potrebbe chiedere allora: MA ALLORA SARANNO FOTO COSì COME VENGONO? Potrei chiedergli pure a mio cugino di farle…tanto lui ha una buona reflex!

E beh, se le cose fossero così semplici non ci sarebbe bisogno di pagare tutti questi soldi per un servizio fotografico. Il reporter professionista oltre ad aver sviluppato la capacità di cogliere all’istante ciò che è significativo, emozionante e conoscere tutte le dinamiche del matrimonio, cercando quindi di anticiparle, ha anche una esperienza tecnica che gli permette di destreggiarsi in situazioni difficili (che non sono poche in un matrimonio in cui non ci si può permettere di sbagliare). In più dico sempre che non si paga solo questa esperienza ma la sensibilità che ogni fotografo (o artista) si porta dentro. Quella che ha costruito con la sua vita, le sue passioni, i suoi errori e  le sue gioie, ma soprattutto si ingaggia la sua visone del modo quella che inevitabilmente verrà trasferita nel racconto anche nel raccontare il matrimonio. Ognuno ha il suo modo di farlo! Sono tutte queste cose che fanno di un fotografo un buon fotografo.

Questo approccio richiede un’attenzione ed un coinvolgimento massimo del fotografo per tutta la durata dell’evento, oltre a dover instaurare con la coppia di sposi un rapporto di fiducia reciproca. Quando loro saranno rilassati e sereni interpretare il loro giorno speciale con estro sarà sicuramente più semplice. Ciò non togli che possano essere presenti anche alcuni scatti in “posa”, insieme al reportage. Foto di gruppo con amici parenti stretti che non si vuole manchino all’appello oppure con tutti gli invitati…

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La sessione fotografica, che viene in genere (ma non sempre) dopo la chiesa e prima del ristorante, può essere un’opportunità di avere qualche scatto tra i due sposi in intimità. Ma senza perdere ore in pose estenuanti sotto il sole o che richiedono un istruttore di pilates per essere assunte! A volte possono bastare 20/30 minuti per avere qualche scatto da aggiungere al reportage matrimoniale. Certe volte si può andare direttamente nella location dove si terrà il ricevimento, se questa stessa offre degli scorci interessanti (vedi articolo http://www.danielemuratore.com/blog/location-per-matrimonio-in-sicilia/ ). Sta poi alla creatività del fotografo sapere anche improvvisare, all’occorrenza, ottenendo delle belle foto di intimità della coppia, sempre avendo cura di evitare che queste sembrino finte o costruite.

Per far ciò basta chiedere agli sposi di camminare lungo un percorso predeterminato, lasciarli seduti da soli a parlare o scherzare dove si pensa ci sia una buona luce in quel momento, cercando di immortalare i momenti migliori. A volte basta dare un piccolo suggerimento, un La, e poi tutto scorrerà spontaneamente. Quindi, pur dovendo ricercare a volte le situazioni o la luce giusta, l’esito sarà tutt’altro che innaturale.

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Per ultimo, voglio dare un consiglio ai futuri sposi. Sull’onda dell’incremento di richieste del reportage matrimoniale da parte delle coppie che si accingono al matrimonio, molti fotografi di questo settore hanno pensato bene di proporsi come fotoreporter. Il mio consiglio è di guardare sempre i siti web, i profili facebook, instagram e quant’altro possa aiutarvi a capire se quello che in effetti propongono e offrono i fotografi sia in linea con la loro reale sensibilità (non meno importanti a tal fine i feedback che lasciano i clienti passati – alcuni dei miei li potete leggere qui). E questo lo si può capire studiando e guardando le foto di un professionista prima di recarsi ad un appuntamento personale.